L come… Libertà di movimento

L come… Libertà di movimento


[in Miniguida alle Linee guida dell’Educazione Civica]

Chi l’ha detto che chi vive in città avrà piena autonomia con un mezzo di trasporto proprio?

Con quale tipologia di mezzo?

Bello sentire il vento tra i capelli….una moto, un’auto, 16, 18 anni e il foglio rosa tra le mani. Oltre i 18, poi, dai ci si abitua ed è pratica corrente.

Si può sentire il vento tra i capelli con una bicicletta?

Sempre ammesso che i capelli ci siano e che non vadano persi lungo la via, sulla base della mia esperienza penso di si. Se poi la città o il paese in cui si vive si sviluppa in pianura, meglio, si fa tutti meno fatica a pedalare e raggiungere la scuola diventa esercizio fisico piuttosto considerevole. 

I giovanissimi della Primaria possono partecipare al BICI BUS: il Comune  individua i percorsi casa-scuola nei vari quartieri, da attraversare con la guida di adulti, volontari e Polizia locale.  I giovani adolescenti, sognatori di libertà, possono guardarsi intorno, porsi due o tre domande centrate sul mondo adulto e chiedersi: Ma è questa la libertà che sogno? Una libertà immersa in un traffico da nevrosi urbana? Il mio contributo ad inquinare in varie forme, a riscaldare il pianeta, a tante di quelle attività di mercato in cui l’affare è al centro e la persona umana perde valori significativi?

Autobus, tram e metropolitane, è vero, vincolano la libertà di movimento, imponendo i loro orari, ma possiamo sempre scegliere: scorrere in una “corsia preferenziale” oppure contribuire alla fagocitosi della dimensione urbana  automatizzata?  

La bicicletta, poi, non ha controindicazioni di alcun genere, a meno che non la si possa gestire, ma anche qui la ricerca e le tecnologie tanto lodate sono state in grado di superare certe barriere.

Chi l’ha detto che non si possa sentire il vento tra i capelli? Chi l’ha detto che l’energia cinetica prodotta dall’esercizio fisico faccia male? Meno auto in città, più movimento, meno ricorso all’auto in città, più benessere per tutti, meno rischi, meno rumore, più possibilità di scelta.

Voi  mi direte che però sono necessari percorsi sicuri, piste ciclabili,  autobus puntuali e funzionali agli orari da rispettare e mi farete notare anche altre esigenze dei cittadini che spesso non vengono soddisfatte. Verissimo, tutto vero,  Ma esiste un “soggetto” che, se ben gestito e organizzato e, soprattutto ben informato, consapevole e rispettoso in prima persona dei propri doveri, potrebbe anche  riuscire  a sbloccare la situazione, conquistando i propri diritti, in nome di quella libertà che non solo  permetterà ad ogni singola persona  di “sentire il vento tra i capelli”, ma anche di poter partecipare alla vita e alle scelte più adatte all’ecosistema urbano, senza dimenticare il rispetto nella convivenza con le sue complessità. 

(di Fulvia Maria Gabriella Gueli)

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