R come… regole e Sicurezza climatica
Perché il governo fatica così tanto a rispettare i limiti per un futuro sicuro come indicato indicato dall’IPCC?
Ogni Stato ha il dovere di fronteggiare l’emergenza climatica in atto.
Lo Stato italiano però non se ne preoccupa più di tanto. Le raccomandazioni della Comunità scientifica e i dati dell’IPCC segnano quale percorso seguire, ma i politici italiani fanno orecchie da mercante!
Possiamo quindi affermare che lo Stato Italiano è inadempiente!
Per quantità di emissioni di CO2 l’Italia è al 19° posto e non dimentichiamo che il nostro territorio presenta situazioni di grosse fragilità morfologiche con rischio di frane e alluvioni. Ogni cittadino però ha il diritto di vivere in un paese sicuro anche dal punto di vista climatico: le alluvioni in Romagna (dove molti abitanti hanno perso tutto) e non solo, ce lo ricordano sempre!
E’ evidente che occorrono forti interventi di mitigazione, per esempio la riduzione di fonti che emettono gas a effetto serra e l’incremento delle energie rinnovabili. Altre misure di prevenzione prevedono interventi di riforestazione, la protezione delle aree forestali già presenti e la conservazione degli Oceani al fine di aumentare la capacità di assorbimento dell’anidride carbonica dall’atmosfera.
Le regole per vivere in un ambiente sicuro dal punto di vista climatico ci sono e potremmo ottenere buoni risultati, ma la parte fondamentale la deve fare lo Stato.
Il “Nostro” invece difende a spada tratta gli interessi degli industriali e nega la reale situazione, tant’è che qualche governante ha persino dichiarato che le manifestazioni contro il cambiamento climatico “sono buffonate per saltare la scuola in massa”.
Senza un preciso e fattivo intervento statale l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5° entro il 2030 non è raggiungibile.
(di Patrizia Apetino)