S come… dall’individuo alla società (e viceversa!)

S come… dall’individuo alla società (e viceversa!)

La società è funzionale allo sviluppo dell’individuo, non viceversa.

L’aspetto attraente di quest’affermazione è che chiunque la legge come riferita a sé: “finalmente sono al centro!”, pensa. Verificare in classe questa interpretazione è un attimo.

Ma è davvero possibile che ognuno sia contemporaneamente al centro? Vale la pena, nei diversi ordini di scuola, provare a sperimentarlo, attraverso il dibattito (debate) e il gioco di ruolo (role playing). 

Si potrebbe cominciare (per esempio dopo aver consultato il dizionario) provando a impersonare il termine “società”; procedendo con analitico rigore, essa potrebbe essere costituita da: 

  1. un unico discente; (1)
  2. qualcuno soltanto del gruppo-classe; (2)
  3. l’intero gruppo-classe. (3)

Il secondo passo verterà sulla personificazione del termine “individuo”. Si aprono alcuni scenari:

  1. un discente è un individuo; (4)
  2. alcuni discenti sono individui; (5)
  3. ciascun discente è un individuo. (6)

E finalmente (è già passata quasi un’ora e a qualcuno/a fuma il cervello!) si giunge all’assunto completo: la società è funzionale allo sviluppo dell’individuo, non viceversa

Qualche minuto di pausa e si riprende.

Facendo tesoro delle precedenti riflessioni, abbiamo diverse dinamiche da verificare. Escludendo la possibilità che ‘società’ possa essere un unico/un’unica discente restano le seguenti mìmesi:

b1) qualcuno è funzionale allo sviluppo di uno;

b2) qualcuno è funzionale allo sviluppo di alcuni;

b3) qualcuno è funzionale allo sviluppo di tutti;

c1) tutti sono funzionali allo sviluppo di uno;

c2) tutti sono funzionali allo sviluppo di alcuni;

c3) tutti sono funzionali allo sviluppo di tutti.

Ora sì che ci si diverte davvero: si spostano sedie, banchi e persone; la riflessione diventa significativa! Non più di cinque minuti per dinamica, che tenendo conto dei preparatori significa impiegare 45-50 minuti.

Ancora una piccola pausa prima dell’ultimo sforzo.

Di sicuro abbiamo capito che se ‘società’ è soltanto qualcuno, la classe è ingestibile, perché chi sta fuori non ha un ruolo, un senso, ed è facile che dia il peggio di sé, danneggiando tutti (sé compreso).

Meglio se ‘società’ sono tutti gli appartenenti al gruppo-classe.. “Ma perché dovremmo dedicarci allo sviluppo di uno o di alcuni individui soltanto?” Parte la prima richiesta. 

“Si tratta di ipotesi, potrebbero dimostrarsi non valide..”

“Sìììì”, si esalta la più attenta della classe “ho capito: ognuno è un individuo, e viene sostenuto a turno dagli altri, cioè dalla società”. In altre parole: “tutti siamo contemporaneamente sia individuo sia società: diamo sapendo di ricevere, e riceviamo tornando a dare!” E’ una vera illuminazione: ora sì che è tutto risolto.

“Prof, ma che significa: non viceversa?” “Lucio, tu sempre a sottilizzare…” “Però ha ragione prof.: non viceversa vuol dire che gli individui non danno, ricevono e basta!”

Porcaccia miseria! Diavolo di un pensiero critico…  

Eppure… eppure… eppure mi sa che è proprio quello che ci propone di insegnare il MIM: la società (anche se non è detto che tutti ne facciano parte) esiste per sostenere lo sviluppo di qualcuno, qualche privilegiato/a che si dà il nome di individuo per confondersi tra gli altri, preoccupandosi appena di non far notare la I maiuscola.

(di Francesco Calliero)

  1. “Prof! Ma non ha senso..” osservano dall’ultimo banco. ↩︎
  2. In questo caso resterebbe da chiarire come definire quegli alunni/e che sono in aula ma non fanno parte del gruppo-società. Questi ultimi potrebbero infatti accordarsi, per formare altre “società”, o restare isolati rimanendo.. individui. (“quindi con il privilegio di essere aiutati e sostenuti dai gruppi-società?” chiedono subito i ragazzi/e).
    ↩︎
  3. Tutti insieme, collettivamente, si diventa una società.
    ↩︎
  4. Attenzione però: uno ed un discente solo (previa nota 5). Se invece ogni discente è un individuo… vai a nota 6. ↩︎
  5. Evidentemente occorrerà definire dei criteri di scelta, pena l’arbitrarietà della decisione. ↩︎
  6. Ciascuno/a, singolarmente, è un individuo. ↩︎

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