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#DigitalGlobalClimateStrike del 24 aprile

COMUNICATO #DigitalGlobalClimateStrike del 24 aprile

"Non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema".

Noi insegnanti ed educatori italiani riconosciamo, ancora una volta, che stiamo correndo verso la catastrofe ecologica ma siamo anche convinti che oggi più che mai sia necessario aprire una riflessione su come immaginiamo il mondo post Coronavirus.

Nemmeno gli attivisti per il clima avrebbero immaginato, a dicembre, quando la Cina ha avvertito per la prima volta l’OMS dell’epidemia di SARS-CoV-2, che il consumismo globale sarebbe rimasto schiacciato dalle ruote della propria industria, così all'improvviso, eppure è quello che è successo.

La pandemia ha portato un cambiamento profondo nella società e nella nostra vita quotidiana e, come ci suggerisce lo studioso Simon Mair, esistono numerosi possibili scenari futuri per l’umanità, tutti dipendenti da come i governi e la società stessa risponderanno al Coronavirus e alle sue conseguenze economiche.

Quello che sicuramente bisognerà fare sarà usare questa crisi per ricostruire e produrre qualcosa di migliore e di più umano ma potremmo anche scivolare verso qualcosa di peggiore ed è quello che dobbiamo assolutamente evitare perché abbiamo estremamente bisogno di un tipo di economia molto diverso se vogliamo costruire un futuro socialmente giusto ed ecologicamente valido e, di fronte al Covid-19, questo non è mai stato più ovvio.

Esso sta evidenziando, infatti, le gravi carenze del nostro modello di sviluppo e una risposta efficace a questo richiederà sicuramente un cambiamento sociale radicale, un drastico allontanamento dal mercato e dall'uso del profitto come modo principale di organizzare l'economia.

La nostra speranza è uno stato democratico che mobiliti risorse per costruire un sistema sanitario più sicuro, che dia priorità alla protezione dei più vulnerabili dai capricci del mercato, che combatta l'evasione fiscale e i privilegi di casta, che imponga l'azzeramento della CO2 alle grandi industrie, che incentivi l'adesione volontaria di PMI e cittadini a programmi di riduzione della CO2 e di risanamento ecologico.

La nostra speranza sono i gruppi di mutuo soccorso, l'aiuto reciproco grazie al quale i cittadini adottano la costruzione di una società empatica e solidale come principio guida dell’economia.

La nostra speranza è la possibilità di costruire un sistema più umano che costruisca una resilienza proattiva di fronte al rischio di future pandemie, come conseguenza del riscaldamento climatico e al suo esito immediato più temibile: lo scioglimento del Permafrost.

In definitiva, il cambiamento sociale potrà provenire da molti luoghi, compresa la scuola, e un compito chiave, per tutti noi docenti ed educatori, sarà esigere che le forme sociali emergenti provengano da un'etica che valorizzi la cura, la vita e la democrazia e la necessità organizzarsi attorno a quei valori.

LA NUOVA ECO-RESISTENZA CERCA VOLONTARI

Programma

Nella settimana dal 24 aprile al 1 maggio noi docenti ed educatori ci riproponiamo di fare didattica a distanza anche sui temi del cambiamento climatico e su come immaginiamo che debba essere il pianeta dopo la pandemia.

Inoltre:

-Aderiamo alla campagna “Ritorno al futuro” di Fridays For Future Italia: https://ritornoalfuturo.org/la-lettera/

-Aderiamo a MENTRE LA SCUOLA E’ CHIUSA, PREPARIAMO UNA SCUOLA MIGLIORE.

La campagna ACIRP (Aiutiamo il Circeo...) ne e' promotrice, insieme ad altri fra cui TFF: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1059734021087924&id=683582992036364

-Aderiamo alla petizione Priorità alla scuola:

https://secure.avaaz.org/it/community_petitions/ministra_della_pubblica_istruzione_lucia_azzolina_priorita_alla_scuola_/?fbclid=IwAR3lP6eSzB4tRwSwxoxeJb1Q6W5XMVLYmamk6GnVB2avqIPIcuSgKujwZhE

-Nella giornata del 24 aprile proponiamo un'ora di disconnessione dalla DAD, dalle 10, prima dell'inizio del programma di Fridays For Future Italia

Invitiamo a spegnere ogni device per un'ora, per ricordare che, anche se li stiamo usando tutti nell'emergenza, questa non e' la situazione ideale, e ci sono motivi ecologici e sanitari per limitare l'uso degli schermi e del traffico dati.

In alternativa, proponiamo attività non digitali.

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